
E’ la mamma del
proprietario del ristorante Costa Corsara,
orgogliosa del figlio e della struttura che hanno saputo creare in viale
Marino, al numero 29 del litorale di “Isola delle Femmine” che si trova a circa 300 metri
dalla costa palermitana, tra le cittadine di Sferracavallo, Capaci e Carini.
Quel litorale della provincia di Palermo è chiamato così dal nome dell’isolotto che sta
di fronte, sovrastato da una torre ormai provata dalle intemperie ma che nei
periodi caldi si popola di gabbiani reali e numerosi
esemplari di Cappellaccia che in quella riserva si riproducono. Sulla sua costa la flora è ricca di Finocchio
marino, Limonio vergato, Salicornia,
Sueda marittima, Erba Franca, Radicchio
selvatico, Ginestrino delle Scogliere e nel periodo primaverile cresce il
Giglio dei Poveretti, il più comune Zafferanetto e la Borracina spinosa.

Il
proprietario del ristorante è lo chef Mario Galluzzo che ha aperto il locale
nel 2004. Lo ha voluto grande per potere ospitare eventi, ma lo vuole anche
genuino, dove si possano degustare cibi di qualità siciliana. Per questo lavora
personalmente il salmone ed il pesce spada affumicati e per farlo predilige il
legno di ciliegio ma utilizza una procedura di cui è geloso. Il risultato? Sono
ricchi di sapore accompagnato da aromi delicati.


La
cena, di solito il menù è fisso, è iniziata con un ottimo antipasto: la
tradizionale caponata al profumo di pesce spada, ha accompagnato il cocktail di gamberi e polpa
di granchio in salsa rosa, il salmone affumicato orgoglio della casa,
l’insalata di polpo e il fritto di paranza e calamari, cozze al pepe nero. L’antipasto, per
l’occasione, è stato arricchito da
eccezionali ostriche. Freschissime! Profumi
delicati ed intensi del mare a tavola!
Si preparano
anche le polpette di sarde e il pesce spada affumicato al profumo di ginepro.

Preparano
anche la torta di cassata al forno e non mancano per ultimi l’amaro alla erbe e
il limoncello. Abbiamo scoperto anche che la loro proposta del menù dedicato
all’8 dicembre ed al periodo natalizio conserva ed arricchisce la genuinità e
la tradizione.
Uscendo
dal locale, lungo il litorale, si
intravede la torre dell’isolotto antistante.

Per i più romantici non manca un’altra storia: un conte innamorato avrebbe rapito la
giovane fanciulla che non lo ricambiava e l’avrebbe abbandonata sull’isola. La
donna disperata si sarebbe buttata in mare e sembra che nella ricorrenza di
quel gesto si sentirebbero ancora gli echi del suo pianto nello sciabordio
delle acque.
La versione
forse più accreditabile si riallaccia alla storia perché un tempo l’isola
veniva chiamata “insula fimi“, isola di Eufemio, che era un navigante
del tempo al quale piaceva sostare su quelle coste. Come sempre succede nelle
tradizioni orali popolari quell’insula
fimi sarebbe diventata isole delle femmine per assonanza. Però gli storici
hanno trovato molte caratteristiche comuni tra quella torre dell’isolotto e
l’altra torre che si erge in terraferma. Insieme a quelle che si trovano lungo
tutta la costa, anche a Capo Mongerbino e Capo Zafferano che risalgono al ‘400,
costituirebbero il sistema di torri di avvistamento per segnalare i nemici che
un tempo minacciavano quei lidi.
Forse anche
da qui nasce il nome del locale, Costa Corsara.
Maria Frisella
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