I religiosi dichiarati sono sostanzialmente divisibili in due tipologie: chi fa e chi chiacchiera.
Chi fa in genere tace, perché è troppo occupato dal concreto e rappresenta, senza il minimo dubbio, un fondamentale valore aggiunto per la società, anche e a volte soprattutto nelle società non cristiane e Hanno il rispetto di tutti.
Chi chiacchiera è, invece, simile a un cercatore di funghi che scarti quelli commestibili, per occuparsi soltanto di quelli tossici: cerca infatti soltanto motivi di polemica e, cercandoli, se li inventa quando non li trova (cosa impossibile con i funghi).
Pare singolare che chi dice di portare un messaggio valido per tutti gli uomini cada sui propri, stessi principi: chiedere condanna per i brutali assassinii di cristiani è come dichiarare che esistono esseri umani di serie A ed esseri umani di serie B (e forse anche C o D).
L’uomo vero, se tale è veramente, piange allo stesso modo il cristiano crocifisso dall’Isis come il musulmano annegato tra Libia e Italia oppure ucciso da un sunnita perché sciita o da uno sciita perché sunnita; come il monaco buddista che si brucia per protesta contro i soprusi cinesi.
È così difficile capire una cosa tanto semplice?
È normale che il Papa si preoccupi dei “suoi” cristiani: come capo della Chiesa Cattolica, è un suo dovere, oltre che un suo diritto.
Ma i laici o coloro che parlano a titolo personale dovrebbero avere per fratello il somalo in fuga divorato dagli squali, così come il ventenne vestito di giallo e dagli occhi a mandorla, che protesta senza un gemito, mentre le fiamme lo avvolgono.
Il Buon Pastore si preoccupa sia delle pecore bianche, che di quelle nere: forse proprio in questo consiste la speranza che i cattolici deviati possono avere di vedersi regalato il Paradiso.
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